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1816: l'anno senza estate; e come sarà quella del 2023?

MeteoSvizzera-Blog | 29 aprile 2023
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Alla cerimonia del Sechseläuten di Zurigo, il 17 aprile, il "Böögg" se l'è presa comoda prima di andare in fumo. 57 minuti esatti, un record che, secondo il detto popolare, ci promette un'estate umida. Le previsioni numeriche ci danno però una prospettiva diversa.

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La previsione del Böögg

Più velocemente esplode la testa del Böögg, più "bella" sarà l'estate - così recita la credenza popolare. E secondo questa regola, i 57 minuti record del 17 aprile scorso non sono di buon auspicio per l'estate del 2023. Sarebbe d'altro canto una benedizione per tutti coloro che soffrono il caldo e le ondate di calore, per i ghiacciai alpini che si sono notevolmente ritirati e per tutti gli ecosistemi sensibili al caldo e alle ondate di calore, se le previsioni del Böögg di un'estate fresca e umida si rivelassero corrette.

Gli amanti delle estati calde e del sole, invece, possono continuare a sperare, perché le previsioni del Sechseläuten di Zurigo non reggono a un esame più scientifico. Per quanto fredda e mutevole possa essere l'estate del 2023 secondo il Böögg, non si avvicinerà in ogni caso all'estate del 1816.

L'anno senza estate

L'estate del 1816 fu eccezionalmente fredda, soprattutto nell'America nordorientale e in Europa, ma anche in quasi tutto il mondo. La causa principale fu l'eruzione del vulcano Tambora, in Indonesia, avvenuta nel 1815. Questa violenta eruzione, più grande di quelle del Vesuvio nel 79 d.C. e del Krakatoa nel 1883, ha riversato nell'atmosfera e nella stratosfera una grande quantità di polveri, ceneri e composti di zolfo ad altitudini molto elevate. I gas solforosi a lunga durata presenti nella stratosfera, che si diffusero tutt'attorno al globo terrestre, furono il fattore climatico più importante e contribuirono in modo significativo a un marcato raffreddamento globale.

Il mondo intero subì effetti importanti come inondazioni, siccità, ondate di freddo, perdite di raccolti, carestie ed epidemie. Decenni dopo, si poteva ancora vedere un cambiamento della luce del giorno sulla Terra e, a parte i disastri, bellissimi tramonti. La documentazione completa "Tambora und das Jahr ohne Sommer 1816" con le conseguenze sul clima, sull'uomo e sulla società è disponibile (in inglese o in tedesco) sulla rete dell'Accademia di Scienze Naturali.

Come sarà l'estate 2023 in Svizzera?

Non c'è da temere un'estate fredda come quella del 1816, a condizione che l'attività vulcanica nel mondo rimanga limitata. Perché le conseguenze climatiche siano così drammatiche, sarebbe necessaria un'eruzione violenta come quella del Tambora. Eruzioni recenti come quella del Pinatubo nel 1991, dell'Eyjafjallajökull nel 2010 o dell'Hunga Tonga nel 2022 sono state molto meno violente. L'immissione di ceneri e gas vulcanici nella stratosfera è risultato infatti decisamente inferiore.

Eruzioni vulcaniche a parte, le previsioni a lungo termine del Centro europeo (ECMWF) indicano al contrario che l'estate del 2023 sarà calda, non solo per la Svizzera ma anche per gran parte dell'Europa. Nell'Europa centro-meridionale, nella regione alpina e nell'Europa sud-occidentale, la deviazione dalla norma per i mesi da giugno ad agosto potrebbe essere di oltre 1 °C.

Le previsioni stagionali per la Svizzera mostrano una tendenza simile per i prossimi tre mesi. Questo non esclude certo periodi di tempo più fresco e umido. Ma indica che l'estate del 2023 sarà molto probabilmente più calda della media, come del resto è accaduto per quasi tutte le estati dal 2015, ad eccezione del 2021.