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La storia della meteorologia
In questo blog diamo uno sguardo al passato e presentiamo alcuni dei punti salienti della storia della meteorologia. Perché l'umanità è sempre stata interessata a come è e come sarà il tempo.
Tempo
In questo blog diamo uno sguardo al passato e presentiamo alcuni dei punti salienti della storia della meteorologia. Perché l'umanità è sempre stata interessata a come è e come sarà il tempo.
I nostri antenati più antichi hanno probabilmente dato il via all'osservazione del tempo. Dopo tutto, a chi piace andare a caccia sotto la pioggia battente?
Con l'invenzione della scrittura si è cominciato a svolgere le osservazioni meteorologiche o addirittura ad annotare le regole del tempo meteorologico.
Aristotele prova a dare una spiegazione dei processi che avvengono nell'atmosfera. In assenza di strumenti meteorologici deve però accontentarsi di una descrizione.
I primi tentativi di influenzare il tempo sono già stati tramandati in quest'epoca. Testimoni contemporanei riferiscono di un biondo bardo, Troubadix, il cui canto provoca forti piogge locali. Le testimonianze scientifiche popolari scritte sono rimaste a lungo dimenticate e sono state riscoperte solo a metà del XX secolo.
Leon Battista Alberti costruisce il primo anemometro: l'inclinazione di una tavoletta mobile permette delle deduzioni sulla velocità del vento.
Da questo momento in poi succede tutto di seguito. Leonardo da Vinci (1452 - 1519) è considerato l'inventore dell'igrometro (misurazione dell'umidità). Galileo Galilei (1564 - 1641) scopre le basi della misurazione della temperatura: la densità dei liquidi cambia con la temperatura.
Daniel Gabriel Fahrenheit inventa il termometro a mercurio e nel 1714 definisce la scala di temperatura Fahrenheit, che porta appunto il suo nome. Anders Celsius prende spunto dai punti di fusione e di ebollizione dell'acqua e nasce quindi la scala Celsius (1742). Da allora, l'eterno lamento "Ho freddo", "Fa caldo" può essere supportato da misurazioni scientificamente corrette.
Evangelista Torricelli (1608 - 1647) inventa il barometro. Blaise Pascal scopre nel 1647 che la pressione dell'aria diminuisce con l'altitudine. La scoperta viene immortalata nell'unità di misura standard della pressione.
In seguito, ci vorranno più di 100 anni perché tutti gli strumenti di misurazione meteorologica inventati fino a quel momento vengano utilizzati in una rete di misurazione.
Nel 1780 il principe elettore Carlo Teodoro di Baviera fonda a Mannheim la "Societas Meteorologica Palatina". Per la prima volta, organizza osservazioni meteorologiche a livello mondiale che vengono svolte presso 39 stazioni. La trasmissione dei dati corrisponde allo stato dell'arte dell'epoca: i valori misurati vengono inviati a Mannheim con cavalli e navi e poi pubblicati in almanacchi. A causa delle turbolenze politiche e della morte del principe elettore, la "Societas Meteorologica Palatina" cessò le sue attività alla fine del XVIII secolo.
L'intensificazione del traffico marittimo aumenta la necessità di una descrizione/classificazione dell'intensità del vento il più possibile uniforme. Nel 1806, Francis Beaufort riassume i vari approcci nella scala di Beaufort, che descrive gli effetti del vento sulla terraferma e in mare.
Nel XIX secolo, l'ulteriore sviluppo della meteorologia inizialmente ristagna. Nel frattempo, nel campo delle comunicazioni - un settore che stava diventando sempre più importante per la meteorologia - la trasmissione dei dati viene rivoluzionata nel 1837 da Samuel Morse che inventa l'alfabeto omonimo.
Si dovrà poi attendere il 1873 quando il "Primo Congresso Meteorologico" stabilisce delicati collegamenti a livello meteorologico tra i diversi Paesi.
Dal 1876, l'Osservatorio navale tedesco di Amburgo inizia a pubblicare delle carte meteorologiche giornaliere.
Nel 1881 viene fondata a Zurigo la "Centrale Meteorologica Svizzera", che ha preceduto "MeteoSvizzera". A quel tempo la rete di stazioni meteorologiche svizzere comprendeva già quasi 90 stazioni di misura.