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Migrazioni degli anfibi - Parte 1: caratteristiche e legami con le condizioni meteorologiche

MeteoSvizzera-Blog | 25 febbraio 2023
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“Non sempre dove c’è acqua ci sono rane, ma là dove si sentono gracidare le rane c’è acqua” (Johann Wolfgang Goethe)

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Il momento dell’anno più cruciale per gli anfibi è alle porte: stanno per iniziare le migrazioni che li condurranno verso gli stagni per la deposizione delle preziose uova. In questo blog vogliamo trattare di questi viaggi che gli anfibi devono affrontare non senza importanti difficoltà, alcune delle quali legate a doppio filo alle condizioni meteorologiche e climatologiche.

Introduzione

Gli anfibi sono stati la prima classe di vertebrati ad essersi avventurati sulla terraferma e la loro è una storia antichissima, iniziata ben 150 milioni di anni prima della comparsa dei dinosauri. Già a partire dal loro nome possiamo intuire qualcosa sulla loro ecologia: anfibio deriva dal greco (αμφίβιο) e significa dalla doppia vita. La sopravvivenza di questi animali così come la loro riproduzione è infatti strettamente dipendente da un delicato equilibrio tra ambiente acquatico e ambiente terrestre.

Ciclo vitale

Le caratteristiche biologiche ed ecologiche che contraddistinguono questi animali sono davvero eccezionali. A differenza dell’immaginario comune, gli anfibi non trascorrono tutta la loro vita negli stagni. Raggiungono le zone umide solamente nel periodo riproduttivo, per potersi riprodurre necessitano infatti di deporre le uova direttamente nell’acqua di stagni, torbiere, rive lacustri o piccoli ruscelli. Dalle uova si schiudono girini (rane, rospi) o larve (salamandre, tritoni) che trascorreranno la prima fase della loro vita in ambiente acquatico respirando per mezzo di branchie. Con la metamorfosi le branchie vengono sostituite dai polmoni che permetteranno agli esemplari ormai giunti allo stadio adulto di conquistare la terra ferma. Al di fuori del periodo riproduttivo gli anfibi frequentano l’ambiente terrestre, avventurandosi per boschi, siepi, prati incolti e giardini ricchi di strutture naturali alla ricerca di cibo e rifugio.

Caratteristiche incredibili

Tra le peculiarità di questi animali spicca la loro pelle, fine e delicata, e per questo particolarmente soggetta all’essicazione. Per svolgere correttamente la sua funzione la pelle deve essere mantenuta umida, in questo modo gli anfibi possono scambiare gas (ossigeno, anidride carbonica) con l’ambiente circostante oppure assorbire i liquidi per via cutanea (per questo motivo non hanno bisogno di bere!).

Altra particolarità è data dal fatto che si tratta di animali eterotermi, ovvero non sono in grado di produrre calore attraverso il loro metabolismo ma la loro temperatura corporea dipende da quella dell’ambiente esterno. Il tasso di attività è quindi fisiologicamente correlato alla temperatura esterna. Data questa peculiarità l’attività degli anfibi cala notevolmente con l’arrivo del freddo e per affrontare i mesi invernali gli animali si rifugiano in un luogo riparato dove possono andare in letargo e svernare. Con il ritorno della primavera, gli anfibi percepiscono il graduale aumento della temperatura e grazie alle prime piogge tornano ad essere attivi.

Migrazioni

Per spostarsi verso i siti di riproduzione in primavera e fare poi ritorno ai siti di svernamento gli anfibi utilizzano dei veri e propri corridoi di migrazione. In alcuni casi gli spostamenti sono piuttosto importanti, ad esempio i rospi comuni possono compiere viaggi di addirittura 2 km! Particolarmente impressionanti sono le migrazioni primaverili: siccome l’attività di questi animali è dettata dalle condizioni ambientali, non appena le condizioni risultano favorevoli scatta negli anfibi una risposta fisiologica che provoca il risveglio dal letargo. Per riattivare il metabolismo dopo il periodo di svernamento è necessario che le temperature siano superiori ai 4-5°C e che nell’aria sia presente un buon livello di umidità. Generalmente queste condizioni compaiono verso la fine di febbraio, è proprio in questo momento che iniziano le migrazioni con rane, rospi, salamandre e tritoni che si svegliano simultaneamente e seguono il loro istinto che li porta a migrare in massa verso i siti di riproduzione per la deposizione delle uova. I ritmi migratori sono quindi sincronizzati e strettamente correlati alle condizioni atmosferiche e gli spostamenti si concentrano nelle notti primaverili piovose con centinaia di esemplari in migrazione. Improvvise ondate di freddo o totale assenza di precipitazioni possono bloccare la migrazione degli animali che cadono nuovamente in un temporaneo stato di torpore in attesa del ritorno di condizioni più favorevoli agli spostamenti.

Migrazioni e minacce

Purtroppo spesso questi corridoi sono compromessi da costruzioni e artefatti antropici e le migrazioni si trasformano in vere e proprie corse ad ostacoli: muretti, marciapiedi, ramine a maglia fine e tombini possono essere elementi insormontabili per animali grandi poco meno di 10 cm. Oltre a tutti gli ostacoli architettonici, anche le strade trafficate e i binari della ferrovia rappresentano una grave minaccia per gli anfibi in migrazione. Si stima che ogni anno in Svizzera oltre 5 milioni di anfibi muoiano nel tentativo di attraversare una strada.

Per questo motivo è importante che gli utenti della strada a prestino attenzione alla segnaletica allestita appositamente laddove rane e rospi attraversano regolarmente le strade, in particolare le sere in cui piove o è molto umido.

A complicare ulteriormente l’incredibile viaggio di questi animali sono i cambiamenti climatici, che alle nostre latitudini si manifestano soprattutto con prolungati periodi di siccità e ondate di caldo sempre più numerose.

La carenza d’acqua nei siti di riproduzione minaccia il successo riproduttivo degli animali. Se le zone umide si prosciugano troppo in fretta le ovature e/o i girini non riusciranno a portare a termine il loro sviluppo e la riproduzione dell’anno andrà persa.

Le condizioni meteorologiche rivestono un ruolo cruciale nel momento più delicato dell’anno: le migrazioni. Se nel periodo compreso tra febbraio e maggio è molto freddo, secco e ventoso, allora negli anfibi non potrà verificarsi la risposta fisiologica necessaria ad attivare il proprio metabolismo e incamminarsi così per il loro grande viaggio. Condizioni sfavorevoli possono ritardare la migrazione e quindi la deposizione delle uova, con conseguenti rallentamenti sullo sviluppo dei giovani. Nei casi peggiori, con il perdurare delle condizioni sfavorevoli molti individui rinunciano a riprodursi e riassorbono le uova rimandando la riproduzione all’anno successivo.

Le popolazioni di anfibi sono in generale piuttosto resilienti nel caso di una singola annata con condizioni meteorologiche poco favorevoli, ma se le zone umide si prosciugano per più anni consecutivi oppure per diverse stagioni migratorie le condizioni non sono ottimali, allora il rischio di fenomeni di estinzioni locali o regionali è estremamente elevato.

Nell'immagine qui sopra una misura di protezione degli anfibi messa in atto a Muzzano. Nel blog di domani approfondiremo il tema soffermandoci sull’evoluzione del numero di anfibi negli ultimi anni.

Ulteriori informazioni:

Centro di Coordinamento per la Protezione degli Anfibi e dei Rettili in Svizzera (karch)