Ambito dei contenuti

Il vortice polare, l'amministratore del freddo - parte 1

MeteoSvizzera-Blog | 02 gennaio 2023
2 Commenti

Da dove arrivano le ondate di freddo? Cosa s’intende con vortice polare? Come si forma? Perché si parla sempre più di “stratwarming”? Nella sesta puntata di #lameteospiegata, una collaborazione con RSINews, vediamo un po' più da vicino un fenomeno meteorologico molto frequente in Svizzera. Come di consueto la serie è suddivisa in tre parti che verranno pubblicate oggi e nei prossimi due giorni.

  • Tempo

Piè di pagina

Navigazione top bar

Autorità federali svizzereAutorità federali svizzere

Vi siete già chiesti da dove e come arriva il freddo che solitamente ci accompagna durante i mesi invernali? Uno dei fenomeni maggiormente coinvolti, e di cui sempre più si sente parlare negli ultimi anni, è il vortice polare. Situato sopra la regione artica (e un altro simile su quella antartica), con le sue dinamiche arriva infatti a influenzare anche il clima e il tempo della nostra regione. Come sempre ad accompagnarci in questo viaggio “da brividi” è l’esperienza del meteorologo di MeteoSvizzera Luca Nisi.

Che cos'è il vortice polare?

“Questo mese ci occupiamo di una struttura che non è presente esattamente sopra la Svizzera, ma che influenza in modo determinante anche il nostro Paese” premette Luca Nisi. Ma andiamo con ordine: in meteorologia il vortice polare, anche detto tecnicamente vortice Artico, è un'estesa zona di bassa pressione che staziona in quota in modo semi-permanente, sopra il Polo Nord. “È presente in modo quasi continuo, ma soprattutto nella stagione fredda, ed è una figura barica su larga scala, molto più estesa di una singola zona di bassa pressione: se pensiamo che le zone di bassa pressione che interessano l'Europa centrale possono avere un diametro di 1’000-2000 chilometri o anche più, quindi non proprio piccoline, in questo caso si parla di un vortice che copre tutto il Circolo polare Artico con un centro all’incirca sul Polo nord, che può anche spingersi fino alle medie latitudini… decisamente un diametro molto, ma molto più importante ”.

Il Vortice polare è una struttura che si sviluppa principalmente nella stratosfera, tipicamente tra i 12 e i 50 chilometri di altitudine e quindi al di sopra della troposfera (e della tropopausa) dove avvengono i processi atmosferici principali della meteorologia. “Sulla regione polare l’atmosfera è più sottile e la stratosfera parte già dagli 8 km. Spesso però questo vortice che sta alle quote più alte interessa anche gli strati più bassi della troposfera, soprattutto quando è intenso, andando a creare anche un vortice polare troposferico. In meteorologia c’è proprio la distinzione tra il vortice stratosferico e quello della troposfera, che interessa maggiormente le masse d’aria vicine al suolo. Quindi guardando la terra dall'alto esattamente sopra il Polo Nord vediamo un movimento circolare delle masse d'aria in senso antiorario con alcune ondulazioni, non un vero cerchio perfetto: meno sono marcate le ondulazioni e più circolare sarà la forma. Queste ondulazioni in meteorologia sono anche dette onde di Rossby, un possibile tema per una puntata futura di #lameteospiegata. Un vortice analogo è presente anche sopra il Polo Sud ed è chiamato Vortice Antartico, ma ci torneremo più avanti”.

Da fronte polare a vortice polare

In passato il vortice polare era chiamato semplicemente e in modo generale “fronte polare”, che indicava una zona di forte variazione di temperatura e umidità, quella che separa l'aria artica da quella più temperata delle medie latitudini. Poi, con l’avvento di nuovi sensori, modelli numerici e tecnologie – su tutte le immagini satellitari – si è potuto definirlo come vortice analizzando e simulando più precisamente la dinamica atmosferica nella regione polare. “La definizione fronte polare è un'eredità della scuola meteorologica norvegese che, grazie alla presenza di scienziati di spicco, in passato è sempre stata il modello di eccellenza sulla dinamica dell'atmosfera e dove sono stati scoperti numerosi modelli concettuali e teorie che spiegano i fenomeni atmosferici. Il termine fronte polare è in realtà ancora utilizzato oggigiorno: indica la regione di confine e di separazione tra la cella polare e la cella di Ferrell, che è concretamente posizionata attorno al 60esimo parallelo di latitudine di entrambi gli emisferi e, come detto, presenta un brusco gradiente soprattutto di temperatura. Insomma, è una struttura che troviamo ancora, che è parte del vortice polare, ma che non è il vortice polare stesso.”

Come funziona il vortice polare?

Innanzitutto il senso di rotazione, quindi antiorario per quel che ci riguarda (orario nell’emisfero australe, sul Polo Sud), dipende dalla forza di Coriolis, quindi dalla rotazione della Terra. Passando alla sua formazione, “buona parte dei meteorologi considera come causa l’effetto delle forti correnti da ovest che s’instaurano in quota alle medie latitudini. Queste correnti sono il frutto del disequilibrio dato dal riscaldamento solare differenziato tra le basse e le alte latitudini e dei conseguenti contrasti termici che si creano in particolare nella stagione fredda (raffreddamento più marcato nelle zone artiche rispetto a quelle equatoriali). Sono proprio questi venti a dare il via alla rotazione vorticosa più o meno circolare attorno al Polo. Il vortice si irrobustisce e si estende in autunno e si indebolisce e restringe a partire dalla primavera (in estate è praticamente assente). Durante la stagione calda le correnti da ovest, anche chiamate correnti zonali, possono comunque essere presenti, anche se meno intense e con una frequenza di molto inferiore. Di tanto in tanto ci possono essere degli eventi temporanei che frantumano il vortice e per brevi lassi di tempo (da alcune giornate al massimo qualche settimana) non è più presente. E può capitare non solo nella sua fase meno intensa, ma anche in pieno inverno, all’apice dell’intensità. Inoltre può pure capitare che, a causa della formazione di una zona di alta pressione centrata proprio al Polo, il vortice con il suo centro venga spostato.

Come già menzionato il vortice polare è una struttura principalmente della stratosfera, che è di frequente accompagnata – nelle zone polari – da un regime barico di alta pressione nella bassa troposfera. “Il risultato è una zona di alta pressione polare sormontata da un’estesa zona di bassa pressione stratosferica. Considerato che il tempo è determinato prima di tutto dalle condizioni e dalle strutture nella troposfera, nonostante l’imponente zona di bassa pressione stratosferica, al Polo e nelle zone circostanti il tempo risulta quindi spesso asciutto e molto freddo. A volte può però capitare che il vortice polare stratosferico si approfondisca verso il basso, andando a interessare anche i livelli troposferici più bassi. Ecco quindi che s’instaurano le condizioni per sviluppare un vortice polare troposferico, tipicamente più esteso, ondulato e per certi versi caotico, che genera cambiamenti del tempo repentini. Una volta formati, i due vortici, possono poi interagire e alimentarsi a vicenda. Durante il semestre estivo il vortice polare stratosferico viene invece spesso sostituito dall'anticiclone polare estivo: il moto circolatorio cambia direzione e i venti stratosferici provengono generalmente da est. Anche la troposfera è in questo periodo caratterizzata spesso da una zona di alta pressione, ma con una struttura non particolarmente robusta e molto dinamica” conclude Luca Nisi.

* * * * *

#lameteospiegata è una serie RSINews, in collaborazione con MeteoSvizzera, che nasce con l’intenzione di approfondire, una volta al mese, un tema meteorologico non per forza legato alla stretta attualità.
La missione: renderlo accessibile e comprensibile.

Il blog completo de #lameteospiegata sul sito web di RSI è accessibile al seguente link:
https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Il-vortice-polare-lamministratore-del-freddo-15828799.html