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In gennaio dal caldo al freddo

MeteoSvizzera-Blog | 31 gennaio 2023
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In Svizzera la prima metà del mese di gennaio è risultata eccezionalmente mite e nelle Alpi mancava la neve fino a quote medie. La seconda metà di gennaio è invece stata caratterizzata da un marcato calo delle temperature. Sia a nord sia a sud delle Alpi è caduta un po’ di neve fino a basse quote. Negli ultimi dieci giorni del mese al Nord il tempo è stato caratterizzato dalla nebbia alta, al Sud dal soleggiamento abbondante.

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Autorità federali svizzereAutorità federali svizzere

Il periodo molto caldo della prima metà di gennaio è stato compensato dal successivo forte raffreddamento. La temperatura media mensile è infatti risultata di soli 0.7 °C superiore alla norma 1991-2020, anche se con grandi differenze regionali.

Alle basse quote l’anomalia è risultata positiva di 1-2 °C. Per Lugano si è trattato del terzo mese di gennaio più mite dall’inizio delle misure, per Ginevra del settimo. In montagna lo scarto dalla media è invece stato negativo di 0.4-0.7 °C.

Lungo periodo caldo

Come già negli ultimi dieci giorni di dicembre 2022, anche durante la prima metà di gennaio 2023 masse d’aria mite o molto mite sono affluite verso la Svizzera da ovest e da sudovest. Fino al giorno 7 le temperature medie giornaliere sono risultate di almeno 5 °C superiori alla norma 1991-2020. Fra l’11 e il 14 gennaio a nord delle Alpi è stata raggiunta ancora un’anomalia positiva di 5-7 °C.

Estremamente mite

Nei primi due giorni di gennaio le temperature medie giornaliere sono risultate in alcune regioni di 10-13 °C, e con il sostegno del favonio localmente anche di 14-16 °C, superiori alla norma 1991-2020. L’1 o il 2 gennaio alcune stazioni di misura hanno registrato la giornata di gennaio più mite dall’inizio delle misure.

Nuovo primato nazionale

I valori più elevati di temperatura media giornaliera son stati misurati a Delémont e a Vaduz. A Delémont il nuovo primato è stato di 18.1 °C, di quasi 3 °C superiore a quello precedente risalente al gennaio 1991. A titolo di confronto, sottolineiamo che a Delémont una temperatura media giornaliera sui 18 °C è tipica di fine giugno – inizio luglio. A Vaduz sono invece stati raggiunti 17.4 °C, valore superiore di più di 2 °C a quello del gennaio 1975.

Proprio i 18.1 °C di Delémont e i 17.4 °C di Vaduz costituiscono il valore di temperatura media giornaliera più elevato mai misurato in Svizzera nel mese di gennaio dall’inizio delle misure nel 1864. Seguono i 17.3 °C di Locarno Monti misurati durante il mese di gennaio del 2013.

Per quanto riguarda le temperature massime, invece, non sono stati registrati nuovi record a livello nazionale. Il primo gennaio a Delémont sono stati misurati 20.2 °C, a Vaduz 20.0 °C, che sono i valori più elevati mai misurati a nord delle Alpi dall’inizio delle misure. A sud delle Alpi, invece, i valori più alti sono compresi fra 22 e 24 °C, registrati nei mesi di gennaio del 2007 e del 1944.

Poca neve

In alcune regioni all’inizio del mese la neve non era presente nemmeno a quote medie (per esempio a Grächen in Vallese a 1550 m, ad Andermatt nelle Alpi centrali a 1440m e a Bivio nei Grigioni a 1770 m). Essa è arrivata solamente dopo il dieci gennaio. Sul Weissfluhjoch a 2540 m l’innevamento si è mantenuto al di sotto della media pluriennale dall’inizio dell’inverno.

A quote medie il mese di gennaio è risultato a livello regionale estremamente povero di neve. A Davos l’altezza media della neve totale ha raggiunto i 20 cm, ad Arosa i 30 cm. In quest’ultima località solamente nel 1990 era stato registrato un valore molto più basso, pari a 19 cm, stesso quantitativo misurato a Davos. Ad Arosa le misure sono cominciate nel 1949, a Davos nel 1931.

Freddo invernale con neve

A partire dal 16 gennaio aria umida di origine polare è affluita inizialmente dal Nordatlantico alla Svizzera, causando un po’ di neve fino a basse quote sia a nord sia a sud delle Alpi. In seguito le correnti sono ruotate a nord sospingendo verso il nostro Paese masse d’aria gradualmente più fredde. Fra il 19 e il 21 gennaio in alcune regioni alpine e del Giura la rete di stazioni di MeteoSvizzera ha misurato temperature comprese fra -20 e -25 °C. In certe regioni di pianura la neve caduta a nord delle Alpi ha quindi resistito per almeno una decina di giorni.

Molto sole al Sud, nebbia alta al Nord

A sud delle Alpi a partire dal 18 gennaio ha dominato il sole, in Vallese e in Engadina solo dopo il 24 gennaio. Al Sud il favonio ha innalzato le temperature fino a 9-11 °C.

A nord delle Alpi, invece, dal 22 gennaio il tempo è stato caratterizzato da uno strato compatto di nebbia alta, che si è spinto anche nelle vallate alpine. Alle basse quote le temperature sono rimaste vicino a zero gradi e ha soffiato spesso una bise debole o moderata. Solamente negli ultimi due giorni del mese, grazie alla rotazione delle correnti a nordovest, è tornato il sole.

Poche precipitazioni

Durante il mese di gennaio le precipitazioni sono risultate inferiori alla norma. Soprattutto in una vasta regione che si estende fra il Vallese, le Alpi centrali, il Ticino e i Grigioni la somma delle precipitazioni mensili è stata inferiore al 50 %, localmente anche al 30 %, della norma 1991-2020. Precipitazioni più abbondanti della media sono state registrate solamente fra il Lemano e la regione di Berna.

Pochi gradi giorno di riscaldamento

Le temperature miti registrate in Svizzera fra gli ultimi dieci giorni di dicembre 2022 e la prima metà di gennaio 2023 hanno contribuito a ridurre i gradi giorno di riscaldamento dell'attuale semestre invernale. Sul versante settentrionale delle Alpi, la riduzione è stata del 22 - 27%, in Vallese e sul versante meridionale delle Alpi di quasi il 20% rispetto alla norma 1991-2020 (stato al 24 gennaio). Maggiori informazioni sono pubblicate nel bollettino speciale per la gestione dell'energia, aggiornato regolarmente da MeteoSvizzera.

Fioritura molto precoce del nocciolo

Le prime segnalazioni dell'inizio della fioritura dei cespugli di nocciolo sono giunte dalla Svizzera nordoccidentale già alla fine di dicembre. Nei primi giorni di gennaio sono arrivate altre osservazioni da tutto il versante settentrionale delle Alpi. È interessante che la prima osservazione dal Ticino sia stata fatta più tardi, il 9 gennaio. Questo dato è supportato anche dalla misurazione delle concentrazioni di polline di nocciolo, che sono aumentate prima sul versante nord delle Alpi rispetto al Ticino. Il motivo risiede nel fatto che durante la fase molto mite dal 20 dicembre in poi, la temperatura è stata talvolta più alta sul versante nord delle Alpi rispetto al Ticino.

Quasi contemporaneamente all'inizio della fioritura, è stata segnalata anche la piena fioritura dei cespugli di nocciolo. La fioritura di questi cespugli di nocciolo è avvenuta circa 40 giorni prima rispetto alla media delle osservazioni a lungo termine del periodo 1991-2020. L'inizio della fioritura del nocciolo alla fine di dicembre e all'inizio di gennaio si è verificato anche nel 2016, nel 2018 e nel 2020.

A partire dalla metà di gennaio, le basse temperature e le nevicate hanno impedito ai cespugli di nocciolo di svilupparsi ulteriormente. Tuttavia, a quel punto i primi noccioli erano già sfioriti. I cespugli di nocciolo con amenti ancora chiusi fioriranno quando le temperature si alzeranno nuovamente.

Gennaio 2023 a sud delle Alpi

Nei prossimi giorni verrà pubblicata anche l’analisi climatica del mese di gennaio 2023 a sud delle Alpi.

Il bollettino climatico definitivo di gennaio 2023 sarà disponibile a partire dal 10 febbraio nella rubrica pubblicazioni climatiche.