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Dicembre 2022 a sud delle Alpi

MeteoSvizzera-Blog | 05 gennaio 2023
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Nella Svizzera italiana il mese di dicembre è risultato di circa mezzo grado più mite della norma. Ad una prima parte del mese fredda è seguita una seconda metà caratterizzata da temperature miti. Le precipitazioni si sono verificate soprattutto nelle prime due settimane con nevicate non solo in montagna, ma anche alle basse quote. Il mese è risultato piuttosto grigio, soprattutto sulle regioni più meridionali.

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Mezzo grado più della norma

Mediata su tutto il territorio sudalpino, l’anomalia della temperatura del mese di dicembre 2022 rispetto alla norma 1991-2020 è risultata di +0.5 °C. A partire dall’inizio delle misure nel 1864, per trenta volte il mese di dicembre era risultato ancora più mite.

Lo scarto dalla media è risultato leggermente superiore sulle regioni più meridionali. A Stabio, per esempio, esso è stato di +1.4 °C, a Lugano di 0.8 °C. In tutte le stazioni di misura a nord del Ceneri, ad eccezione di Magadino (+0.9 °C), l’anomalia di temperatura è stata più contenuta. Nelle Alpi essa è risultata positiva solamente di pochi decimi, ma in alcune stazioni addirittura negativa (ad esempio San Bernardino -0.3 °C, Piotta -0.2 °C). Il versante sudalpino è stata la regione svizzera che ha fatto registrare l’anomalia positiva di temperatura meno marcata.

Prima parte del mese fredda, seconda molto mite

Dal punto di vista delle temperature, il mese di dicembre 2022 ha mostrato due facce opposte: ad una prima metà del mese caratterizzata da temperature generalmente inferiori alla media è seguita una seconda metà più mite con valori termici abbondantemente più elevati della norma. Sono state proprio le marcate anomalie positive della seconda metà del mese ad aver causato una temperatura media mensile superiore alla norma 1991-2020.

Le anomalie negative più marcate sono state quelle registrate fra l’11 e il 14 dicembre, quando in alcune stazioni di misura la temperatura media giornaliera è risultata di 4 – 8 °C inferiore alla norma 1991-2020. A partire dal 21 dicembre lo scarto dalla norma è risultato positivo in tutte le stazioni di misura sudalpine, con locali massimi di anomalia compresi fra +5 e +6 °C. Nonostante le temperature si siano discostate molto dalla norma, a sud delle Alpi nel mese di dicembre non sono stati registrati nuovi primati per quel che riguarda la temperatura minima, massima e media giornaliera.

Più precipitazioni a ovest

Il totale delle precipitazioni cadute nel mese di dicembre a sud delle Alpi ha mostrato un’importante differenza fra le regioni occidentali e quelle orientali. Mentre sul Locarnese e sulla parte occidentale del Ticino centrale sono stati misurati quantitativi superiori alla norma, altrove essi sono risultati inferiori alla media 1991-2020. L’anomalia positiva più elevata è stata misurata a Robiei con il 127 % della norma (180.2 mm di acqua equivalente), mentre Poschiavo – Robbia è la località dove le precipitazioni sono state più scarse rispetto alla media (53.1 mm, che corrispondono al 69 % della norma 1991-2020).

Questa distribuzione geografica particolare è stata determinata in gran parte dall’evento perturbato del 3 - 5 dicembre che ha interessato soprattutto il Locarnese, dove sono caduti più di 50 mm di precipitazioni, con punte fino a 120 mm nell’Alta Valle Maggia. Anche nel Sottoceneri sono caduti localmente una cinquantina di millimetri, ma altrove i quantitativi sono stati inferiori. A Vicosporano in Val Bregaglia, per esempio, sono stati misurati 35.3 mm, a Poschiavo solo 13.5 mm.

Anche il 9 e il 15 dicembre si sono verificate alcune precipitazioni, ma con quantitativi che non hanno superato la ventina di millimetri.

Mediata su tutto il territorio della Svizzera italiana, la somma delle precipitazioni del mese di dicembre si è attestata attorno al 92 % della norma 1991-2020.

Neve non solo in montagna, ma anche a basse quote

Durante le precipitazioni di inizio dicembre il limite delle nevicate è stato compreso fra 800 e 1000-1200 metri. Al termine dell’evento perturbato più intenso del mese, la mattina del 5 dicembre gli osservatori nivologici di MeteoSvizzera hanno misurato uno strato di neve di 100 cm a Robiei (1898 m), 48 cm a Bosco Gurin (1486 m), 45 cm a San Bernardino (1639 m), 32 cm ad Altanca (1419 m), 30 cm a Cavaglia (1707 m) e 25 cm ad Airolo (1139 m).  Gli osservatori dell’SLF hanno invece misurato 45 cm al Maloja (1810 m), 53 cm sul Passo del Bernina (2260 m) e 35 cm all’Alp Grüm (2090 m).

Durante le deboli precipitazioni del 9 dicembre il limite delle nevicate è invece sceso più in basso e a tratti è caduta neve bagnata fino a basse quote. Le nevicate sono risultate più abbondanti nel Sottoceneri e nei Grigioni. A Camedo (590 m) sono stati misurati 2 cm di neve fresca, a Scudellate (920 m) 6 cm, a Mesocco (825 m) 8 cm, a Sonogno (910 m) 5 cm, a Campocologno (577 m) 10 cm. A Poschiavo Robbia (1078 m) il manto nevoso ha raggiunto i 20 cm. Durante l’evento, una spolverata di neve è stata osservata fino a 300-400 metri di quota.

Anche il giorno 15 il limite delle nevicate è sceso fino a basse quote. La mattina del 16 dicembre a Lugano sono stati misurati 4 cm di neve fresca, a Biasca e a Locarno Monti 3 cm, a Campocologno 2 cm, a Morbio Superiore 4 cm; tuttavia queste misure risentono dell’effetto della pioggia che nella serata del 15 dicembre è caduta alle basse quote fondendo parzialmente il manto nevoso.

Il 23 dicembre il passaggio di un fronte caldo sulla regione alpina ha causato qualche debole precipitazione anche sull’Alto Ticino, con un limite delle nevicate che si è alzato fin oltre i 2000 metri.

L’andamento dell’altezza della neve in montagna nel mese di dicembre è ben visibile nei grafici sottostanti, che mostrano la marcata fusione della neve causata dalle temperature molto elevate della seconda metà del mese.

Mese piuttosto grigio

La somma mensile del numero di ore di sole è risultata inferiore alla media pluriennale. Mentre sulle regioni più meridionali essa non ha superato il 70 % circa di essa, verso le Alpi ha raggiunto l’80 – 90 % della norma 1991-2020. Il Sottoceneri è stato infatti interessato più delle altre regioni dalla nuvolosità bassa spesso presente sulla pianura Padana soprattutto durante la seconda parte del mese.