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Tutto quello che c'è da sapere sui fulmini - parte 2

MeteoSvizzera-Blog | 27 agosto 2022
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Come funzionano? Dove cadono più spesso? Come ci si protegge? Il tema della serie #lameteospiegata, una collaborazione con RSINews, è decisamente elettrizzante: i fulmini. In questa seconda parte vediamo un po' più da vicino quali tipi di fulmini si possono osservare durante un temporale.

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Continua la serie di blog dedicata ai fulmini. Dopo la puntata di ieri, dove abbiamo visto un po' più nel dettaglio le caratteristiche e alcune teorie sulla formazione dei fulmini, oggi andiamo a vedere quanti tipi esistono. Lo facciamo ancora una volta sottoforma d'intervista a un meterologo di Locarno-Monti.

Le tipologie di fulmini

I fulmini più facilmente osservabili sono quelli tra le nubi e il suolo. “All’occhio dell'osservatore comune di per sé c’è un solo tipo di fulmine, però in realtà possiamo distinguere diverse categorie. I più numerosi sono quelli che si sviluppano all'interno della stessa nube, tra due cumulonembi o tra le nubi e l’aria. Sono dei fulmini che rimangono in atmosfera e chi si trova sulla Terra non se ne deve preoccupare perché non hanno conseguenze. Rappresentano ben l’80% di tutti i fulmini che si sviluppano in un anno ma anche durante un singolo temporale” spiega Nisi.

Ci sono poi i fulmini più potenti e rari e che ci danno qualche grattacapo, quelli tra nubi e terra, che si suddividono a loro volta in sottocategorie:

  • negativo discendente, la scarica pilota ha carica negativa e parte dall'alto
  • positivo discendente, la scarica pilota ha carica positiva e parte dall'alto
  • negativo ascendente, la scarica pilota ha carica negativa e parte dal basso
  • positivo ascendente, la scarica pilota ha carica positiva e parte dal basso

“I fulmini quindi non sempre partono dalla nube e toccano il terreno: ci sono anche quelli che partono dal terreno e vanno a ‘scaricarsi’ nel cumulonembo. Sono molto particolari e altrettanto rari. Se prima dicevamo che solo il 20% dei fulmini riguarda l’interazione nube-terreno, all’interno di questo 20%, il 95% sono fulmini che cadono dalla base del temporale, mentre solo il 5% dei fulmini riguarda quelli che partono dalla sommità della nube (e che possono arrivare a terra anche a grandi distanze) o quelli che da terra raggiungono la nuvola”.

In generale, circa il 90% dei fulmini nube-terra o terra-nube scaricano la loro elettricità in un raggio di 8 chilometri dalla cellula temporalesca, mentre il 9% può arrivare fino a 16 chilometri. Nell’1% dei casi restanti è possibile una caduta oltre i 16 chilometri. “Una situazione che da noi, vista l’orografia montuosa, è pressoché impossibile”.

Il mistero dei fulmini globulari

Negli ultimi anni si è spesso sentito parlare di fulmini globulari, un fenomeno ancora molto discusso nella comunità scientifica. “A supporto ci sono numerose testimonianze, anche se di immagini ne sono disponibili ben poche. Tutti gli anni ci sono però dei racconti, ne abbiamo conosciuti anche a MeteoSvizzera provenienti dal Ticino. Si tratta di ‘sfere’ di energia che, secondo le testimonianze, durante un temporale si sono anche addentrate all'interno di locali per poi, dopo un istante, uscire nuovamente. Si tratta di fenomeni quasi magici in merito a cui, al di là delle testimonianze, la comunità scientifica è ancora piuttosto critica e su cui gravano ancora molti punti di domanda, soprattutto se siano veramente possibili o no”.

Dove cadono più fulmini, dal globale al locale

Considerando tutto il mondo, la zona dove cadono più fulmini è quella intorno all'equatore, a causa della presenza della convergenza tropicale: convergenze vento e umidità nei bassi strati che causano il continuo sviluppo di temporali, anche intensi. “Sono le aree in cui tra l'altro troviamo una foresta pluviale e quindi la disponibilità di umidità è veramente elevata. Abbiamo l'America centrale, l'Africa centrale e parte dell'Oceania. Però tra queste tre zone, quella dove cadono in assoluto più fulmini è proprio il cuore dell'Africa. Qui troviamo anche un famoso lago molto grande, il Lago Vittoria, dove in passato ci sono stati molti pescatori morti a causa dei fulmini” spiega Luca Nisi.

Spostandosi alle medie latitudini, quindi anche sulle nostre regioni, si verificano temporali e fulmini ovunque, ma specialmente dove è presente un'orografia complessa (montagne) e vi è disponibilità di umidità. “Per registrare una frequenza elevata di fulmini dobbiamo avere sì delle montagne, ma non troppo alte. Pensando alla regione alpina i punti più ‘caldi’ li troviamo nelle Prealpi” precisa Nisi. Serve però anche umidità per poter sviluppare il temporale, e questo significa che una distesa di acqua importante, come un mare o un oceano, non deve essere molto lontana. Su scala più grande sono quindi comprese anche parti degli Stati Uniti e in Europa spiccano appunto le Alpi ma anche gli Appennini. Zone simili si possono poi trovare anche in alcune zone della Cina meridionale.

Rimpicciolendo ulteriormente la scala arriviamo in Svizzera: a nord delle Alpi le zone più tipiche corrispondono a quelle in cui i temporali sono più violenti, come l’Entlebuch, nei pressi di Lucerna, e su fino all’Emmental, toccando quindi il Canton Berna e poi la catena del Giura. “Chiaramente il terzo hot spot per i fulmini è il Ticino e al suo interno, concentrandoci dunque sulla scala più piccola, troviamo forti differenze tra Sopra e Sottoceneri, con quest’ultimo a fare la parte del leone: la regione di Lugano e il Malcantone sono infatti le zone in Svizzera in cui i fulmini sono più frequenti. Per dare un'idea, in quest’area in media possono cadere 4-5 fulmini del tipo nube-terra o terra-nube per chilometro quadrato ogni anno, che è veramente una frequenza molto alta”.

Il fulmine da 17 secondi e quello da 768 chilometri

Negli ultimi anni nuovi strumenti (principalmente antenne, in Svizzera affidate a una ditta specializzata, misurazioni satellitari e telecamere ad altissima frequenza) hanno permesso di misurare meglio e più precisamente i fulmini. E le misurazioni particolari non mancano: “Nel 2020 negli Stati Uniti, il 29 aprile, è stato misurato un singolo fulmine che ha coperto una distanza di 768 chilometri, che corrisponde più o meno a quella tra Milano e Napoli: una distanza enorme, anche se si è trattato di un fulmine che non ha toccato terra ed è rimasto in atmosfera”.

L’altro “record” riguarda invece la durata: sempre nel 2020, il 18 giugno, nell’Argentina del nord è stato misurato un singolo fulmine che è durato 17 secondi. “Potete ben immaginare la quantità di elettricità e l'energia che sono state scaricate sul terreno” sottolinea Nisi.

Fulmini e cambiamenti climatici, quale relazione?

Un dato di fatto: con l'aumento della temperatura c'è più umidità in gioco nell'atmosfera e quindi maggiore energia. Per questo è facilmente pensabile che aumenti anche il numero dei temporali. Ma c’è un “ma”: “Il temporale dipende anche molto dalla struttura dell’atmosfera e soprattutto dall’andamento della temperatura alzandosi di quota. L’abbiamo appena vissuto: durante la recente intensa ondata di caldo che fatica a creare un temporale! Troppo caldo anche in quota, troppo secco sotto; situazione non propensa per lo sviluppo di temporali. Quindi non c’è una risposta semplice e diretta, perché anche in futuro bisognerà capire certamente come si riscalderà e quanta umidità ci sarà nell'atmosfera, però bisognerà anche considerare come la temperatura sarà distribuita in verticale, se il suolo si riscalderà maggiormente rispetto alle alte quote. Sono tutte variabili che vanno poi a determinare l’eventuale aumento o la diminuzione della frequenza dei temporali. Questo tipo di domanda sui cambiamenti climatici è ancora molto aperto ed è importante anche per la regione alpina, in quanto quasi tutta l'acqua che arriva dal cielo durante la stagione estiva è sotto forma di temporali e quindi la domanda è centrale, anche in ottica idrologica”.

Tutto quello che c'è da sapere sui fulmini - parte 1:

#lameteospiegata

#lameteospiegata è una serie RSINews, in collaborazione con
MeteoSvizzera, che nasce con l’intenzione di approfondire, una volta al mese, un tema meteorologico non per forza legato alla stretta attualità. La missione: renderlo accessibile e comprensibile.


Il blog completo è accessibile al seguente link:

Tutto quello che c'è da sapere sui fulmini