Ambito dei contenuti

La terza generazione di satelliti meteorologici europei

MeteoSvizzera-Blog | 28 dicembre 2022

Poiché le nuvole non si fermano ai confini nazionali, esse devono essere osservate da una altezza elevata. È proprio questa la missione dei satelliti meteorologici. In una nuova serie di blog sulla meteorologia satellitare, ripercorriamo l'evoluzione dei satelliti meteorologici europei dalla prima generazione.

  • Tempo

Piè di pagina

Navigazione top bar

Autorità federali svizzereAutorità federali svizzere

Le nuvole sono uguali in tutto il mondo

Verso la metà dell’800 l’onorevole Ralph Abercromby, appassionato di meteorologia e abbastanza benestante da poterselo permettere, fece due volte il giro del mondo in nave, treno e carrozza per controllare se le nubi avessero davvero lo stesso aspetto ovunque. Al suo rientro la sua curiosità era soddisfatta. Sì, i diversi tipi di nuvole visibili in Inghilterra erano presenti su tutta la Terra.

Oggi avremmo fatto prima: alcuni click ben impostati su un motore di ricerca e in pochi istanti ecco apparire sullo schermo del computer foto di nuvole viste da ogni angolo della Terra e anche … da fuori. Perché rispetto all’epoca di Abercromby oggi le nuvole non le vediamo solo dal basso, ma le possiamo ammirare anche dall’alto. Basta essere molto in alto. Ad esempio su un satellite meteorologico.

Una serie di blog dedicati alla meteorologia satellitare

Il 13 dicembre 2022 il primo satellite della nuova generazione di satelliti geostazionari europei è stato messo in orbita. La “Meteosat Third Generation” (abbreviata in MTG), di EUMETSAT, l’organizzazione europea per l'esercizio dei satelliti meteorologici, darà un contributo importante al miglioramento delle allerte maltempo, delle previsioni meteorologiche e della ricerca nel campo dei cambiamenti climatici. Il lancio del primo satellite MTG-I1 offre l’occasione a MeteoSvizzera per dedicare una serie di blog alla meteorologia satellitare. In merito al lancio del satellite MTG-I1 abbiamo già pubblicato un blog.

Dal 1977 si sorvegliano i cieli europei

Il primo satellite europeo operazionale geostazionario, il Meteosat 1, fu messo in orbita il 23 novembre 1977. Dal 1986 l’organizzazione EUMETSAT (www.eumetsat.int), di cui la Svizzera fu membro fondatore e ne fa tutt’ora parte, è responsabile  della gestione dei satelliti meteorologici europei. In più di 50 anni una buona dozzina di satelliti si sono succeduti a sorvegliare i cieli sopra l’Europa e l’Africa. Dopo sette satelliti di prima generazione, a partire dal 2002 iniziarono ad essere messi in orbita i 4 satelliti di seconda generazione, tutt’ora in attività. E ora siamo alle soglie della terza generazione: nel dicembre 2022 è stato lanciato il primo satellite geostazionario europeo di terza generazione, il cosiddetto MTG (Meteosat Third Generation). Il lancio è avvenuto con un razzo Ariane 5 dalla base di Kourou nella Guyana francese. Ad ogni nuova generazione di satelliti è stato fatto un salto sia nella qualità sia nella quantità dei dati che essi forniscono. Se ad esempio la prima generazione di satelliti forniva un’immagine ogni 30 minuti, la seconda generazione ne fornisce una ogni 15 minuti e la terza fornisce un’immagine ogni 10 minuti.

I satelliti geostazionari, con lo sguardo fisso verso la Terra

Come i satelliti delle precedenti generazioni, anche il satellite che è stato messo in orbita a dicembre, è un satellite geostazionario. Come suggerisce il loro nome, questi satelliti sono collocati su un’orbita che - visti da Terra - li fa sembrare stazionari, ossia fissi sulla verticale di un punto preciso, nel nostro caso sopra il Golfo di Guinea. Essi compiono un giro completo attorno al nostro pianeta in 24 ore e le leggi della fisica impongono di posizionarli a 36'000 km di quota sopra l’equatore. I satelliti geostazionari sono una delle due famiglie di satelliti meteorologici. L’altra è quella dei satelliti polari, che orbitano molto più vicini alla superficie terrestre, attorno ai 500 – 1000 km di quota, si muovono su orbite che passano sopra le regioni polari e compiono un’orbita completa in circa 100 minuti (https://www.eumetsat.int/launches-orbits).

Queste due famiglie di satelliti si completano a vicenda: quelli geostazionari guardano sempre la medesima parte del nostro pianeta, fornendo in questo modo immagini che permettono di seguire senza interruzione l’evoluzione meteorologica della zona osservata. Però essendo molto lontani dalla Terra non possono fornire informazioni così dettagliate come quelle fornite dai satelliti polari, che al vantaggio della maggiore risoluzione spaziale abbinano lo svantaggio di sorvolare regioni continuamente diverse e quindi di non permettere un monitoraggio costante della medesima area geografica.

Tanti tipi di nuvole, tutte visibili anche dall’alto

Rispetto ai tempi dell’onorevole Abercromby la meteorologia si è sviluppata notevolmente. Ma le nuvole sono rimaste le stesse: basse, medie, alte; a forma di strati o di cumuli; alcune sottili come capelli, altre spesse e compatte; in alcuni casi innocui batuffoli di ovatta, in altri minacciosi torrioni indicanti l’arrivo di temporali. Grazie alle immagini fornite dai satelliti meteorologici possiamo oggi distinguere le varie tipologie di nuvole e riconoscerle a colpo d’occhio, anche se si trovano a migliaia di chilometri di distanza da noi. Come ciò sia possibile dal punto di vista tecnico, lo spiegheremo nel prossimo blog.