E in effetti, anche in questa occasione i modelli matematici che simulano l’evoluzione del tempo sono molto ballerini (in gergo: “jumpy”): differenze marcate si riscontrano sia fra i diversi modelli, sia fra le diverse corse (orari di inizializzazione) dello stesso modello. La figura in apertura è solo una delle versioni possibili di COSMO-2E: in questo caso il passaggio della goccia fredda avverrebbe verso il mezzogiorno di lunedì. Qui sotto riportiamo tutte le 21 versioni (“ensemble members”) dell’altezza del geopotenziale e della temperatura a 500 hPa, corrispondente ad una quota di circa 5500 m, sempre valida per lunedì alle 12 UTC. La goccia fredda è riconoscibile dalle linee di geopotenziale chiuse: si riconoscono versioni parecchio diverse, con la goccia fredda già transitata, o ancora sull’Italia, o addirittura assente.

L’animazione qui sotto è invece tratta dal modello ECMWF-IFS (corsa ad alta risoluzione) inizializzato il 10 novembre alle 0 UTC: il transito della goccia fredda sulle Alpi è qui simulato per domenica pomeriggio.
Altri modelli vedrebbero la Svizzera toccata solo marginalmente.
Il transito di questo sistema porterà un aumento più o meno marcato della nuvolosità e dell’instabilità, così come un calo delle temperature: eventuali precipitazioni cadrebbero sotto forma di neve a quote relativamente basse, stimate oggi a 1300 m circa. La difficoltà è stabilire sia l’intensità dei fenomeni (legata alla traiettoria), sia il momento in cui avverranno (legato alla tabella di marcia). Se avete seguito i nostri bollettini negli ultimi giorni, vi sarete accorti dei molti “probabilmente”, “evoluzione incerta”, … e dei cambiamenti nei dettagli dell’evoluzione. La versione attualmente più probabile è di un fine-settimana con nuvolosità a momenti estesa, ma senza precipitazioni di rilievo fino a domenica sera.
Domani vedremo se, con dati a scadenza più ravvicinata e presumibilmente più attendibili, sarà necessario aggiustare il tiro.