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13 novembre 1872 – storica mareggiata sul Baltico

MeteoSvizzera-Blog | 13 novembre 2022
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Nella giornata del 13 novembre 1872, le coste della Svezia, della Danimarca e della Germania che si affacciano sulla parte più occidentale del Mar Baltico furono investite da una mareggiata con un livello del mare fino a più di 3 metri superiore alla norma. Essa lasciò dietro di sé ingentissimi danni, alcune centinaia di morti e migliaia di senzatetto; si tratta infatti della catastrofe naturale più devastante che abbia mai colpito la regione del Baltico in tempi recenti. Nel suo 150esimo anniversario, il servizio meteorologico svedese ha voluto dedicare a questo evento estremo con un contributo sulle sue pagine web. Ve ne proponiamo un estratto.

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Forte vento e mareggiata eccezionale

Nella notte tra il 12 e il 13 novembre 1872, un’intensa nevicata accompagnata da forte vento interessò la regione svedese della Scania (Skågen) come riportò nel diario meteorologico Oskar Enebuske, l’allora guardiano del faro della cittadina costiera svedese di Ystad.

La mattina del 13 novembre 1872 le nevicate cessarono, il vento da est guadagnò invece d’intensità fino a diventare una vera e propria tempesta. Essa fu accompagnata da una mareggiata di dimensioni senza precedenti, che investì le coste baltiche della Scania*, della Danimarca e del nordest della Germania. Molte abitazioni, fattorie, barche e porti furono distrutte, anche le infrastrutture per la pesca furono interamente danneggiate. Mucche, pecore e suini in fuga dalle fattorie allagate furono trascinati in mare.

Questo evento si verificò in un periodo in cui la Svezia si stava lentamente riprendendo dalla grande carestia del 1867-1868 causata da scarsissimi raccolti a seguito di un periodo molto freddo e piovoso.

*Provincia della Svezia situata all'estremo sudovest, del Paese.

Quali fattori influenzano il livello del Mar Baltico?

Il Mar Baltico, essendo un mare interno, non conosce delle maree quotidiane di flusso e deflusso.
Sono principalmente le condizioni meteorologiche e del vento a influenzare le variazioni del livello dell'acqua del mare. Il Mar Baltico può essere paragonato a una grande vasca da bagno, ma con il rubinetto e lo scarico entrambi situati all’estremo sud-ovest. Con regime di venti occidentali il livello della “vasca” si alza, mentre venti provenienti dai quadranti orientali favoriscono un deflusso dell’acqua verso il Mare del Nord.

A ciò si aggiunge l'effetto di aspirazione e pressione causato delle variazioni dalla pressione atmosferica. Come regola generale, un hettopascal (hPa) di pressione atmosferica in meno fa crescere il livello dell'acqua di circa un centimetro.
Chiunque avesse già osservato il movimento della superficie dell’acqua in una vasca da bagno avrà notato che essa può facilmente iniziare a oscillare in alto e in basso “sbattendo” sui bordi. Questo fenomeno si osserva in modo più o meno marcato anche sul Mar Baltico, dove a dipendenza dell'evoluzione nella direzione e nella forza del vento possono originare un effetto analogo.

A tutti questi fattori si aggiunge il moto ondoso che, in caso di tempesta, può dar origine a onde fino a qualche metro di altezza.

Quali fattori resero possibile una tale mareggiata?

I fattori che influenzano il livello del Mar Baltico sono, oltre al vento e alla pressione atmosferica, anche l’appena descritta oscillazione della superficie dell’acqua del mare. Il 13 novembre 1872, si verificò una combinazione particolare di tutti questi fattori, dando così origine a quella che ancora oggi viene denominata la più estesa catastrofe meteorologica nel Mar Baltico in tempi recenti.

Particolarmente determinante fu il ruolo del vento. Dopo una settimana caratterizzata da forti correnti da ovest, un’ingente quantità d’acqua venne spinta verso la parte orientale del Mar Baltico. In seguito il vento, non solo invertì rapidamente la direzione, bensì divenne una vera e propria tempesta da est, spingendo così verso le coste sudoccidentali del Baltico l'acqua che si era precedentemente accumulata nella sua parte orientale. Essendo l’uscita occidentale del Mar Baltico molto stretta e poco profonda, l’acqua non riuscì a defluire verso ovest e si accumulò così nella parte più occidentale del Baltico facendone salire notevolmente il livello. Le forti correnti da est portarono con sé anche aria molto fredda rendendo per la popolazione, dopo le nevicate della notte precedente, ancora più difficile far fronte aquesto evento devastante.

Le osservazioni del guardiano del faro di Ystad

È difficile immaginare come si sentì l'osservatore Oskar Enebuske, quando alle due del pomeriggio di quel 13 novembre, con un vento da est di 110 km/h, dovette uscire sulla banchina situata accanto al faro di Ystad per effettuare la lettura giornaliera del livello dell’acqua. La temperatura dell’aria era vicina allo zero e spirava un forte vento da est che soffiava ovunque la neve caduta nella notte precedente. Nel 1872 le misurazioni del livello del mare non erano ancora state automatizzate (ciò avvenne pochi anni dopo, nel 1886), e il livello dell'acqua veniva quindi letto ancora su una barra graduata fissata alla banchina.

In quelle condizioni leggere il livello dell’acqua fu praticamente impossibile. La neve e il vento sferzavano così forte che era a malapena possibile rimanere in piedi. L'acqua e le onde avevano invaso tutta la banchina fino alla base del faro, oltre a una parte della vicina stazione ferroviaria. Per il guardiano del faro di Ystad l'unico modo per stimare ragionevolmente il livello dell'acqua fu quello di annotarsi il gradino della base di pietra del faro fino a quale era salita l'acqua. Il giorno seguente il guardiano tornò alla stazione di misura districandosi a fatica tra la miriade di legname e detriti lasciati dall’immensa mareggiata che il giorno precedente aveva portato il livello del Baltico a salire quasi di due metri oltre il suo livello normale.

Lungo le coste danesi e tedesche del Baltico la mareggiata fu ancora più alta, con un livello dell’acqua che salì oltre tre metri sopra il livello normale lasciando dietro di sé lungo le coste la distruzione quasi completa di infrastrutture e abitazioni situate in prossimità della costa.

L’effetto "bilzum-balzum"

Questo evento particolare fu in seguito analizzato in modo approfondito e ne risultò stilato un rapporto dettagliato. Vennero elaborate anche delle mappe del livello dell'acqua che mostrano come la tempesta da est del 13 novembre 1872 sul Mar Baltico abbia fatto alzare notevolmente il livello dell’acqua nel Baltico sudoccidentale in corrispondenza con un netto calo nelle regioni orientali. Ciò mette in evidenza come l’effetto “altalena basculante” (in Ticino più comunemente chiamato "bilzum-balzum") abbia giocato un ruolo chiave in questo evento. Sull’isola di Gotland, situata circa al centro del Mar Baltico, il livello dell'acqua rimase infatti (in prossimità dell’asse del “bilzum-balzum”) quasi invariato.

Solo mezz'anno dopo questo evento, nel 1873, venne fondato l'allora "Meteorologiska Centralanstalten (MCA)" oggi chiamato SMHI (Sveriges meteorologiska och hydrologiska institut).

Il presente blog è stato tradotto e adattato da un contributo apparso sul sito del servizio meteorologico svedese SMHI:
150-ar-sedan-backafloden-katastrofen-som-odelade-skanes-kust