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MeteoSvizzera-Blog | 16 ottobre 2022
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Esattamente 35 anni fa, nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 1987, una tempesta così forte da essere chiamata uragano colpì la Francia settentrionale e l'Inghilterra meridionale.

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La tempesta del 1987 fu una tempesta molto violenta che colpì la Bretagna e il Cotentin giovedì 15 ottobre 1987 prima di raggiungere le isole britanniche. La sua intensità fu tale da provocare danni equivalenti a quelli di un uragano di forza 3 della scala Saffir-Simpson, che gli valse il nome di "Uragano del 1987" da parte dei media. Tuttavia, il termine uragano non è applicabile, in quanto viene utilizzato solo per i cicloni tropicali, mentre in questo caso si trattava di una depressione su larga scala.

Situazione meteorologica

Durante la giornata del 15 ottobre 1987 e la notte successiva, due depressioni atlantiche in successione risalirono dal vicino Atlantico all'interno di una corrente da sud-ovest verso le coste bretoni.

La prima, con una pressione di 970 hPa al suo centro, ha provocato solo qualche raffica di vento. Ma dietro ad essa, la successiva depressione, transitò rapidamente fino a raggiungere la punta bretone. Il suo rapido avanzamento fu accompagnato da un significativo approfondimento della depressione (fino a poco meno di 950 hPa), dovuto in particolare all'incontro dell'aria fredda in discesa da nord con le acque ancora calde dell'Atlantico. Questa differenza di temperatura non fece che rafforzare l'instabilità e la potenza del sistema.

Questo secondo sistema di bassa pressione attraversò l'Inghilterra durante la notte proseguendo verso nord durante la giornata del 16, colmandosi gradualmente. La Gran Bretagna fu colpita da forti venti, ma anche da piogge torrenziali che seguirono al passaggio del minimo barico principale.

Vento e danni

I venti associati alla tempesta, provenienti da sud-sud-ovest, furono particolarmente violenti, raggiungendo i 140 km/h di raffica nell'entroterra e più di 160 km/h sulla costa; 216 km/h furono misurati a Pointe du Raz, 180 km/h in Alta Normandia a Cap-de-la-Hève.

In Inghilterra furono registrate raffiche di 190 km/h lungo il bordo sud-orientale della tempesta, colpendo in particolare Berkshire, Hampshire, Sussex, Essex e Kent. Gli strumenti posizionati sul faro Royal Sovereign, situato a 9,7 km al largo di Eastbourne, misurarono la più alta velocità media oraria del vento nel Regno Unito, con 75 nodi (139 km/h).

L'impatto della tempesta fu avvertito in tutta Europa, dalla Spagna a sud alla Norvegia a nord, ma i danni maggiori furono registrati nel Regno Unito e nella Francia settentrionale, dove morirono quasi 35 persone. Più di 25 milioni di alberi furono abbattuti e gli eccezionali guasti ai trasporti e alle infrastrutture e i danni materiali ebbero un profondo impatto economico. All'epoca, la tempesta causò perdite assicurate per 1,4 miliardi di sterline nel Regno Unito e 4 miliardi di euro attuali in Francia. Caddero diversi campanili, tra cui quello di Concarneau. In seguito a questo episodio, la chiesa fu chiusa e infine demolita qualche anno dopo. In riva al mare, molte barche affondarono o si incagliarono e nel sud-ovest andarano perse 600 tonnellate di ostriche, ovvero la metà della produzione della regione.

Si trattò della prima "catastrofe assicurativa" dei tempi moderni che, insieme ad altri eventi avvenuti tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, contribui a cambiare la forma del mercato assicurativo, portando all'emergere di nuovi attori nei mercati tradizionali e di tecnologie di modellazione delle catastrofi.

Se una tempesta simile si verificasse oggi, le perdite sarebbero molto più ingenti. Questo aumento delle perdite non è dovuto solo all'inflazione, ma è il risultato di una serie di fattori, tra cui la crescente concentrazione dei valori immobiliari lungo il percorso della tempesta.